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[vc_row gradient_colors=”%5B%7B%7D%5D” css=”.vc_custom_1485972193040{padding-bottom: 20px !important;}”][vc_column][kswr_dropcaps drpcp_letter_fstyle=”font-family:Inherit;font-weight:500;” drpcp_content_fstyle=”font-family:Inherit;font-weight:inherit;” drpcp_content_color=”#666666″ drpcp_letter_color=”{“type“:“color“,“color1“:“#ecba00“,“color2“:“#cc5dff“,“direction“:“to bottom right“}” drpcp_letter_bgsize=”68″ drpcp_letter_br_radius=”0″ drpcp_letter_bgcolor=”{“type“:“color“,“color1“:“#ffffff“,“color2“:“#fff“,“direction“:“to left“}” drpcp_letter=”S” drpcp_letter_font_def=”0″ drpcp_content=”e avete ricevuto a casa la notifica di una multa che ritenete illegittima (per esempio, la mancanza dei segnali che avvertono della presenza di autovelox in un tratto di strada), col NUOVO CODICE DELLA STRADA, potete rivolgervi al PREFETTO cercando online l’indirizzo Pec competente per il luogo della presunta infrazione.” drpcp_content_font_def=”0″ drpcp_content_fsize=”font-size:16px;line-height:1.777;” drpcp_letter_style_def=”0″ drpcp_letter_margins=”margin-top:5px;margin-bottom:0px;margin-left:6px;margin-right:13px;” drpcp_letter_br_advanced=”0″ drpcp_letter_br_normal=”{“borderwidth“:“2px“,“bordercolor1“:“#ecba00“,“borderstyle“:“solid“,“bordergradientdirection“:“none“,“bordercolor2“:“#cc5dff“}” drpcp_letter_fsize=”font-size:27px;”][vc_column_text css=”.vc_custom_1651415414907{margin-bottom: 0px !important;padding-top: 10px !important;}”]Per modernizzare il settore dei ricorsi, il governo infatti (nell’ambito della riforma del codice della strada di novembre 2021) ha introdotto una novità: ora ci si può appellare al prefetto utilizzando la Pec (Posta elettronica certificata).

Che assegna alle email il valore legale di una raccomandata con avviso di ricevimento: ne prova, pertanto, sia l’invio sia la consegna. Tutto ciò, in alternativa alla tradizionale lettera in formato cartaceo da spedire (o portare personalmente) alla prefettura, oppure al comando delle forze dell’ordine cui compete la contravvenzione.[/vc_column_text][vc_column_text css=”.vc_custom_1651415776113{margin-bottom: 0px !important;}”]Email Pec simbolo e notebook su scrivania

LA PEC BISOGNA AVERLA…

Attenzione, però. Non basta inviare una normalissima email all’indirizzo Pec della prefettura: dopo 60 giorni dalla notifica, la multa raddoppierebbe. È necessario, invece, spedire il messaggio con la propria Pec. Strumento che ha un costo variabile in base al tipo di abbonamento e all’operatore (fa spendere circa 7 euro per l’attivazione, più altri 8 per il rinnovo annuale), e che alcuni gestori concedono gratuitamente per sei mesi. Il consiglio, come sempre, è di dedicare qualche minuto a un motore di ricerca online per individuare l’offerta migliore nella giungla di prezzi e condizioni presenti sul web.

MASSIMA PRATICITÀ

Il ricorso via posta elettronica certificata è comodo e veloce: si effettua da casa con un clic. Facendo risparmiare tempo e denaro al privato senza partita Iva, ma anche al professionista e all’azienda. Una singola raccomandata A/R costa 5,4 euro.[/vc_column_text][vc_column_text css=”.vc_custom_1651416040552{margin-bottom: 0px !important;padding-top: 10px !important;}”]RICORDA SEMPRE CHE

Dalla notifica del verbale, avete 60 giorni per opporvi (gratuitamente).

Il prefetto è tenuto ad adottare il provvedimento (di accoglimento o di rigetto) entro 210 giorni dalla ricezione della Pec. Otterrete il “verdetto” in modalità elettronica: se la tempistica non viene rispettata, la multa è da considerarsi nulla per silenzio-assenso.
Qualora, invece, il prefetto emetta l’ordinanza nell’arco temporale ammesso, ecco il bivio: in caso di vittoria, la contravvenzione è nulla ma, se si perde, l’ammenda raddoppia automaticamente.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]